Rina Somaggio: un esempio per tutti

L’ANPI di Vicenza partecipa al dolore per la morte di Rina Somaggio, una delle protagoniste della Resistenza vicentina
Nata nel 1925 ad Altavilla vicentina dove la sua famiglia conduce un mulino, compie studi fino alla quinta elementare e poi lavora in famiglia insieme ai fratelli.

Dopo l’armistizio dell’8 settembre grazie agli amici Italo Rigotto e Augusto Tomasi entra in contatto con le nascenti formazioni partigiane: soprattutto la casa dei Tomasi a Tavernelle è punto di riferimento quale deposito di armi e sede di incontri clandestini.
A diciotto anni Rina è staffetta di Carlo Segato “Marco” comandante del Battaglione Guastatori di San Pietro in Gù e assicura i collegamenti con Gaetano Bressan “Nino” comandante del Battaglione Guastatori e poi della Divisione “Vicenza”.

L’attività di Rina è frenetica, ma rischiosissima: in bicicletta raggiunge Valdagno e Padova e i suoi compiti includono non solo il trasferimento di messaggi, ma anche di armi ed esplosivi.
Il 2 dicembre 1944 è arrestata insieme ad altre due partigiane.
Trasferita alla caserma della Guardia Nazionale Repubblicana di San Michele a Vicenza, è torturata. E’ poi trasportata al carcere di San Biagio – dove conosce parte della famiglia Fraccon (la madre e le figlie perché il padre Torquato e il figlio Franco sono già stati trasportati al lager di Mauthausen dove troveranno la morte). Rina sfugge alla deportazione perché sul finire della guerra i collegamenti con la Germania sono difficoltosi

Dopo la guerra opera con incarichi di responsabilità nell’Associazione Volontari della Libertà (AVL) di Vicenza.
Rina Somaggio ha descritto al sua esperienza concludendola con queste parole: “Non racconto niente di quel che mi è capitato perché l’angoscia mi assale ancora e ancora piango per quello che ho subito. Non è possibile tradurre in parole quel senso di annientamento che i fascisti mi hanno fatto vivere, quella paura costante di essere eliminata solo perché così andava loro. Un pò di orgoglio, un pò di ingegnosità mi hanno fatta sopravvivere, ma l’incomprensione per ciò che un uomo può diventare ancora ni tormenta.

Spero che questa mia testimonianza possa far capire che un regime fascista annienta la dignità umana, che i deboli sono sempre i più colpiti perché le leggi sono fatte a loro svantaggio”.

Rina Somaggio ci ricorda con le sue scelte, il suo impegno, il suo coraggio e la sua generosità i valori imprescindibili dei diritti di libertà delle persone e dei popoli, della democrazia, della giustizia sociale e della pace.

Appena saputo della morte di Rina Somaggio, un’altra staffetta partigiana vicentina, Teresa Peghin, nome di battaglia “Wally”, della brigata Stella, classe 1924, ha voluto salutare la cara amica con queste parole:

“Ciao Rina.
I nostri ideali per i quali abbiamo combattuto non sono stati vani e quello che abbiamo dato e sofferto sono serviti a darci 75 anni di Libertà, Pace e Democrazia.
Tua Wally”
Rina Somaggio (a sn) con Teresa Peghin (a dx)

 

ANPI della Provincia di Vicenza  e sezione ANPI di Altavilla