Nello Boscagli “Alberto”: breve profilo biografico a cura di Luigi Poletto

NELLO BOSCAGLI “ALBERTO”
(Sinalunga 1905 – Padova 1976)

Nello Boscagli (nome di battaglia “Alberto”) nacque il 16 aprile 1905 da una modesta famiglia contadina di simpatie socialiste.
A causa delle persecuzioni fasciste Nello emigrò nel 1924 in Francia nell’area delle Alpi Marittime dove aderì alla componente “terzinternazionalista” del Partito Socialista per poi entrare nel Partito Comunista.
Nel 1933 fu chiamato dal Partito ad occuparsi della struttura clandestina di Parigi.
Dopo avere frequentato a Mosca la scuola di Partito, si recò nel settembre del 1936 in Spagna quale combattente tra le fila repubblicane dove fece parte – con incarichi di comando – dell’efficiente 45° Divisione delle Brigate Internazionali impegnata su vari fronti tra il 1936 ed il 1937; nell’aprile del 1938 venne trasferito nella XII Brigata Internazionale “Garibaldi” prima combattendo duramente in Aragona e poi partecipando alla drammatica battaglia dell’Ebro (luglio-novembre 1938). Ferito, rimase a combattere in Catalogna per coprire il deflusso di profughi verso la Francia.
Internato ad Argeles-Sur-Mer e a Gurs e successivamente divenne responsabile militare dei “Francs-tireurs et partisans” (Ftp) dell’intera costa mediterranea.
Dopo l’8 settembre, rientrato in Italia, fu inviato da Luigi Longo nel Veneto con l’incarico di organizzare i gappisti. L’aprile del ’44 lo vide impegnato con Orfeo Vangelista, Carlo Segato ed altri ad organizzare i primi gruppi di partigiani.
Nel maggio 1944 il Comando Triveneto delle “Garibaldi” lo assegnò come commissario politico alla Brigata Garemi di cui divenne comandante nell’agosto Inizialmente costituite dai soli Battaglioni “Apolloni” e “Stella” e gruppi minori, quando Nello Boscagli comandò l’attacco su Schio la formazione era costituita da migliaia di partigiani raggruppate nelle Brigate “Pasubiana” (Altopiani di Tonezza-Folgaria), “Pino” (Altopiano di Asiago sud-ovest), “Martiri della Valleogra” (Novegno-Pasubio), “Mameli” (Chiuppano-Zugliano), “Stella” (Valdagno-Chiampo, “Martiri di Grancona” (Colli Berici), “Avesani” (Garda – Monte Baldo), “Pierobon” (zona Corno d’Aquiglio), “Manara” (Verona montagna), “Martiri della Libertà” (area di Thiene) oltre a battaglioni preenti in Val di Non e Vale di Pinè, nella zona di Levico e in Val Sarentino nel bolzanese.
Fu insignito il 18 luglio del 1945 della “Medaglia della stella di bronzo” da parte degli Stati Uniti d’America “per le eroiche gesta compiute dimostrando ingegnosità ed abilità stupefacenti, combinate ad incrollabile fedeltà ed eroismo nel mettere in atto i piani del Comando Alleato”
Nel dopoguerra fu sindaco di Sinalunga, presidente dell’ANPI di Siena e di Vicenza.
Di lui ha scritto Piero Zorzin che gli fu amico “Schivo, frugale, tenace andava all’essenza delle cose…cercava un rapporto semplice, immediato, funzionale ai problemi da risolvere…Lui era sempre pacato, sereno, deciso…era anche un antieroe, non amava palare delle sue imprese, non c’era mai retorica in lui”.
Eccezionale comandante della più importante formazione partigiana del Vicentino, la sua antiretorica lo rende quasi l’incarnazione dei protagonisti dei libri di Meneghello e di Fenoglio.

Luigi Poletto