Laura Bianchini

Laura Bianchini

Laura Bianchini

All’interno dell’Assemblea Costituente interviene sui temi dell’educazione e dell’istruzione dichiarandosi, in nome del pluralismo, favorevole all’azione educatrice degli istituti privati, ma senza oneri per lo Stato.

Laura Bianchini​

All’interno dell’Assemblea Costituente interviene sui temi dell’educazione e dell’istruzione dichiarandosi, in nome del pluralismo, favorevole all’azione educatrice degli istituti privati, ma senza oneri per lo Stato.

Laureata in Filosofia, è insegnante e pubblicista. Cattolica, antifascista, è molto attiva nella Resistenza bresciana e milanese. Ospita in casa propria le prime riunioni del Comitato di Liberazione Nazionale di Brescia e vi installa anche una piccola tipografia che redige il giornale «Brescia libera», il primo foglio della Resistenza bresciana. In un articolo intitolato “Ai nostri professori”, pubblicato sul giornale esorta gli insegnanti a non aderire alla Repubblica di Salò.

Sospettata dalla polizia è costretta a cercare rifugio a Milano dove riceve l’incarico di coordinare la stampa clandestina. 

Dal 1944 è attiva nelle brigate partigiane «Fiamme Verdi» e dell’esecutivo del CLNAI (Comitato Liberazione Nazionale Alta Italia) per la Democrazia cristiana, incaricata di organizzare i primi gruppi femminili.

Membro del consiglio nazionale della Democrazia cristiana e del comitato nazionale del movimento femminile di Azione cattolica. Presidente della Federazione universitaria cattolica italiana (FUCI) femminile di Brescia e delle laureate cattoliche.

Nel 1945è designata dalla Democrazia cristiana a far parte della Consulta nazionale ed è segretaria della Commissione Istruzione e Belle Arti.

Diventa redattrice del giornale cattolico «Il Ribelle», sul quale si firma con gli pseudonimi di Penelope, Don Chisciotte e Battista. Si dedica, inoltre, alla organizzazione dei soccorsi ai detenuti politici del carcere di San Vittore e all’assistenza alle famiglie ebree ricercate dai nazifascisti, favorendo a molte di loro la fuga in Svizzera.

Nel 1946 viene eletta alla Costituente dove interviene sui temi dell’educazione e dell’istruzione dichiarandosi, in nome del pluralismo, favorevole all’azione educatrice degli istituti privati, ma senza oneri per lo Stato. Richiama l’attenzione sulla necessità di potenziare l’istruzione tecnica e professionale in armonia con le esigenze del mondo del lavoro.

Ritiene fondamentale un nuovo impegno nell’educazione per il futuro della democrazia. Partecipa ai gruppi di discussione e di elaborazione degli intellettuali cattolici raccolti attorno a Giuseppe Dossetti. È tra gli ideatori dell’Ente nazionale per le scuole italiane di servizio sociale. Vicedirettrice della rivista «Scuola e Vita».

Rieletta nel 1948 entra a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sulla miseria in Italia e sui mezzi per combatterla.

Nel 1953 si ritira dalla vita parlamentare e riprende l’insegnamento.

Riposa nel cimitero monumentale Vantiniano di Brescia