Intervento di Francesco Zanni alla manifestazione per il ripristino della clausola antifascista del 9 giugno 2022

Buonasera a tutti e a tutte, grazie per la vostra presenza.

Ieri abbiamo appreso della terribile uccisione di due donne da parte di un uomo che poi si sarebbe ucciso a sua volta…io adesso non sono qui a parlare di questo, ma prima di continuare lasciatemi esprimere la vicinanza personale e quella dell’ANPI alle famiglie delle vittime.

La drammatica vicenda vede come colpevole un uomo che era già stato condannato in passato per violenza da un giudice e che era stato sposato con la prima vittima, oltre ad essere il compagno della seconda vittima. Questi due aspetti, cioè recidività e appartenenza del colpevole al nucleo familiare della vittima, sono dinamiche che si ripresentano in moltissimi casi di femminicidio, e questo indigna ancora di più, perché ci restituisce un panorama che mostra una società incapace di liberarsi dal fardello della violenza sulle donne nonostante la ripetitività di certi schemi.

Per questo motivo e per infiniti altri esprimo ancora la solidarietà mia e dell’ANPI e il sostegno che diamo alla manifestazione prevista qui alle 19.00 organizzata dal Centro Anti Violenza Donna Chiama Donna e dal Comune di Vicenza.

Detto questo, la nostra presenza in piazza oggi si rivela necessaria, perché non possiamo dimenticare quanto accadde a Vicenza il 9 giugno di due anni fa, quando è stata rimossa la clausola antifascista.

Per chi non lo sapesse, fino a due anni fa, il regolamento che disciplina l’affitto degli spazi pubblici obbligava il richiedente a dichiarare il proprio ripudio del fascismo.

Da due anni, ad opera di questa amministrazione, del termine fascismo in quel regolamento non c’è più traccia, sostituito da un generico rifiuto del “totalitarismo”.

Tutto questo è fatto in nome di quella che viene chiamata “pacificazione”, termine che somiglia pericolosamente a “parificazione”, e questa non ce la possiamo proprio permettere.

Eppure, sembra non pensarla così Silvio Giovine, che due anni fa esultò su Facebook scrivendo che “Nella nostra città non ci si dovrà più dichiarare antifascisti per occupare il suolo pubblico”

La parificazione tra fascisti e antifascisti è uno sputo sulla lotta di liberazione, è uno sputo sulla memoria di partigiani e partigiane che hanno dato la loro vita per un’Italia diversa; eliminando la clausola antifascista quest’amministrazione ha avvilito la medaglia d’oro per la Resistenza al nazifascismo di cui è insignita questa bellissima città.

L’antifascismo e la Costituzione due anni fa hanno subito uno schiaffo morale, ma non dobbiamo rassegnarci, e per questo siamo qui oggi a dimostrare, con la nostra presenza e partecipazione, il nostro dissenso.

Siamo qui per affermare che l’antifascismo è quanto mai attuale: sarebbero tantissime le motivazioni da portare, ma credo basti ricordare l’assalto di questo autunno alla CGIL…e pensare che di quell’assalto qualcuno ancora finge di cercare la matrice!

Siamo qui perché non dobbiamo dimenticare. Non dobbiamo dimenticare le nostre radici democratiche. Non dobbiamo dimenticare l’immolazione di donne e uomini, adolescenti e anziani, operai ed intellettuali che hanno messo a repentaglio la loro vita, con la speranza di consegnare alle generazioni successive un futuro di libertà, partecipazione democratica attiva e uguaglianza.

Siamo qui per ricordare a quest’amministrazione che la Costituzione sulla quale si regge la nostra Repubblica è figlia proprio dell’antifascismo, visto che nacque grazie alla Resistenze in tutte le sue componenti!

E fu proprio grazie a questa Costituzione nata dalla Resistenza che si arrivò al diritto di voto per le donne, e forse oggi questo assume un’importanza ancora maggiore, perché se ancora oggi non riusciamo a raggiungere un’effettiva parità tra uomo e donna mi chiedo e vi chiedo: che cosa succederebbe se consentissimo alla cultura fascista di riportare la sua visione di donna come madre e custode del focolare domestico?

Le vie e le piazze vicentine fanno eco ai grandi nomi dell’antifascismo locale e nazionale.

La città e i suoi luoghi parlano la lingua dell’antifascismo, sebbene qualcuno voglia appropriarsi, negoziare o invertire i significati della storia.

La rimozione della clausola antifascista rappresenta uno sfregio verso Vicenza e la sua provincia, la sua storia.

Quale sarà il prossimo passo? Intitolare una piazza ad Almirante o accettare, per esempio, una manifestazione neofascista che commemora l’anniversario della marcia su Roma?

Siamo tutti d’accordo, in Italia non tornerà Mussolini e non tornerà il fascismo del Ventennio, ma è evidente che in Italia non è mai stata sradicata una strisciante mentalità e cultura fascista, e non possiamo sapere dove ci condurrà…quello che sappiamo è che a questa mentalità dobbiamo opporci e ci opporremo.

Quindi, care antifasciste e cari antifascisti, grazie ancora di essere qui, perché così facendo vegliamo sulle nostre istituzioni democratiche e sui valori della nostra Costituzione, figlia di quella Resistenza che ai fascisti si oppose.

Grazie per l’ascolto, ora e sempre Resistenza.

Francesco Zanni