Sabato 23 marzo 2023 il Teatro Astra di Vicenza ospiterà il generale Roberto Vannacci. A tal proposito ANPI della provincia di Vicenza e la sezione cittadina “Nello Boscagli” formulano alcune osservazioni.
Il generale Vannacci ha espresso più volte opinioni apertamente reazionarie, intrise di omofobia e razzismo, in aperto contrasto con la Costituzione repubblicana, democratica e antifascista, rivendicando e facendo ostentazione della sua totale estraneità ai valori costituzionali.
Ma sono proprio i principi della Carta Costituzionale a presiedere il funzionamento delle istituzioni repubblicane, a tutelare le libertà fondamentali, a garantire la coesione sociale, a supportare il libero dispiegarsi delle idee dei cittadini, a sancire i diritti politici, civili e sociali di cui sono titolari i
cittadini.
I valori che il generale Vannacci nega consentono alla comunità nazionale di camminare nel lungo percorso di emancipazione sociale, di giustizia e di libertà. Senza questi valori il nostro essere comunità si disintegrerebbe e il principio di solidarietà che la anima darebbe luogo a lacerazioni non recuperabili, a individualismi sfrenati, al ritorno di una società gerarchica, disumana, discriminatoria, chiusa e bellicista. E’ invece lo “spirito costituzionale” a generare una società democratica, profondamente umana, egualitaria, aperta e pacifica.
Ecco perché la predicazione del generale Vannacci costituisce una autentica negazione della Costituzione. E la negazione della Costituzione è un ripudio del nostro passato, un tradimento del nostro presente e un pregiudizio per il nostro futuro.
Il generale Vannacci ha definito Benito Mussolini uno “statista”, negando il carattere criminale e totalitario di un movimento che fin dall’inizio ha esercitato una violenza massiva contro gli avversari politici e ha perseguitato e ucciso gli oppositori (tra poche settimane è l’anniversario dell’assassinio del deputato socialista Giacomo Matteotti) e di un regime che ha eliminato le libertà fondamentali, instaurato lo Stato totalitario, coinvolto l’Italia nella Guerra di Spagna, invaso l’Etiopia facendo largo uso di gas asfissianti, varato aberranti leggi razziali, stipulato una alleanza con il nazionalsocialismo tedesco genocidario e condotto l’Italia nella catastrofe di una guerra criminale di aggressione.
Il generale Vannacci si è rifiutato di riconoscersi nell’antifascismo. Ma dal fascismo totalitario l’antifascismo durante il regime e la Resistenza tra il 1943 e il 1945 ci hanno riscattato e proiettato ad un destino di libertà, diritti, pace.2
Solo i fascisti si possono definire “non antifascisti” e chi nega l’antifascismo nega la democrazia repubblicana, filiazione diretta della stagione resistenziale che ci ha dato quella liberta di cui anche il generale Vannacci gode.
Nei giorni scorsi abbiamo scritto una lettera al Sindaco del Comune di Vicenza e abbiamo espresso il nostro stupore e il nostro rammarico perché l’evento di cui è protagonista il generale Vannacci sarà ospitato al Teatro Astra, di proprietà del Comune, città delle due medaglie d’oro, la seconda per il contributo dato alla Resistenza e alla liberazione dal fascismo e dal nazismo.
Abbiamo chiesto vigorosamente che venga introdotta rapidamente la “clausola antifascista” sia negli spazi esterni che nelle sale comunali. La sua applicazione avrebbe posto il generale e gli organizzatori di fronte ad una scelta.
Infatti la “clausola antifascista”, oltre ad essere un significativo strumento di contrasto al risorgente neofascismo, contiene in sé un potente valore democratico nel discorso pubblico perché, riaffermando il carattere antifascista della Costituzione repubblicana, obbliga qualsiasi associazione o singolo a misurarsi con l’evento fondativo della nostra comunità civile cioè con la guerra di liberazione dal nazifascismo e con il sacrificio di chi diede la vita per la libertà di cui godiamo oggi.
Abbiamo inoltre sottoposto al Sindaco di Vicenza – in coerenza con quanto avevamo fatto in passato – anche la questione delle modalità di utilizzo delle sale comunali.
Abbiamo sottolineato che nell’utilizzo delle sale comunali occorre pervenire ad una attenta definizione dei criteri di concessione al fine di evitare lesioni di diritti fondamentali e/o comportamenti contraddittori da parte dell’Amministrazione.
Infatti delle due l’una: o esiste una discrezionalità politica dell’Amministrazione nel valutare di volta in volta i contenuti delle singole iniziative (e allora quella del generale Vannacci dovrebbe essere oggetto di giudizio negativo e la sala dovrebbe essere negata, stante i contenuti reazionari e anticostituzionali della sua predicazione) oppure si tratta di atti amministrativi dovuti, ma allora non è possibile precludere l’impiego delle sale ad altre iniziative, condivisibili o meno, esclusivamente sulla base di una valutazione politica e di un apprezzamento di merito, come avvenuto in passato e anche nel recentissimo presente.
ANPI della provincia di Vicenza e la sezione cittadina di Vicenza città “Nello Boscagli” preannunciano una mobilitazione in nome della Costituzione democratica e antifascista e chiamano i cittadini vicentini ad esprimere con vigore e spirito saldo la loro lealtà alla Costituzione repubblicana, democratica e antifascista.
Danilo Andriollo (Presidente provinciale ANPI)
Franca Dal Maso (Vicepresidente provinciale ANPI)
Luigi Poletto (Vicepresidente provinciale ANPI)
Vicenza 10 marzo 2024
Articoli collegati:
- Sabato 23 marzo alle ore 16:15 in Piazza Matteotti per dire insieme "Vannacci non ci piaci!" 20 Marzo 2024
- L'ANPI dice no al convegno sull'Europa di Forza Nuova 18 Dicembre 2014
- Elezioni comunali, ballottaggio tra i candidati a sindaco di Vicenza - Partecipazione, valori e antifascismo 22 Maggio 2023