Comitato Provinciale Anpi Vicenza – 10 dicembre 2022


SABATO 10 Dicembre 2022, alle ore 14.45
Presso la “VECCHIA FILANDA”, via Roma, 181 a SOVIZZO

è stato convocato il Comitato Provinciale ANPI con il seguente ordine del giorno:

  • Situazione politica e sociale generale e ruolo dell’ANPI;
  • Consegna tessere e calendari 2023;
  • Varie ed eventuali.

Alla riunione ha partecipato Gianfranco Pagliarulo, Presidente nazionale ANPI, che ha tenuto il discorso conclusivo dei lavori e che ringraziamo.

Pubblichiamo qui di seguito il testo dell’intervento del Comitato di Sezione di Vicenza, in attesa poi di pubblicare gli interventi anche degli/delle altre/i intervenuti/e

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Presidente Anpi Sezione Vicenza Città – Gigi Poletto

Il PostFascismo

Quali sono le connotazioni di questa destra di governo?
Per lo storico Claudio Vercelli il fascismo ha lasciato nella società italiana una cicatrice su cui i suoi eredi di oggi fanno leva per competere nella costruzione di egemonie riproponendo un nucleo di valori tradizionali: identità, gerarchia, ordine.
Enzo Traverso propone invece la categoria di postfascismo. Tra il fascismo storico e il postfascismo odierno vi sono analogie, ma anche significative differenze: il mancato ricorso alla violenza, l’assenza di una mitologia utopica rivoluzionaria e la transizione dall’antisemitismo all’islamofobia. Le nuove destre non sono più fasciste ma non possono essere spiegate prescindendo dal fascismo quale componente della modernità politica. Questa connotazione di “postfascismo” della destra italiana ci obbliga – pur nell’intransigenza antifascista e pur considerando con Gobetti il fascismo quale “autobiografia della nazione” – a sfuggire alla trappola di incardinare la nostra battaglia su una liquidazione nominalistica lontana dai contenuti delle politiche o su un antifascismo manieristico e retorico o sull’invettiva verbale perché la società italiana non ci capirebbe, bensì ci obbliga a contrastare i comportamenti e le decisioni della Destra per come si pongono. Quindi bisogna contrastare la Destra certamente perché filiazione del fascismo, ma anche incalzarla sulle scelte concrete.

Contrastare l’offensiva della destra italiana

L’offensiva della destra italiana si eserciterà in quattro direzioni:

1 – La prima direzione sarà quella della riscrittura della storia in senso anti- antifascista: l’evocazione della pacificazione per costruire la parificazione, l’insistenza sul totalitarismo quale categoria politologica generica e la rimozione del ruolo del PCI nella vicenda politica nazionale saranno parte di quella che Angelo d’Orsi ha definito “rovescismo quale fase suprema del revisionismo”. L’ANPI è chiamata ad un poderoso lavoro di tutela della verità storica e la memoria attiva dovrà essere al centro della nostra agenda politico-culturale.

2 – La seconda direttrice sarà l’attacco ai diritti sociali e il mancato avanzamento dei diritti civili. La nostra Costituzione delinea un grandioso progetto di emancipazione sociale. Nell’ambito del costituzionalismo democratico non si può prescindere dalle riflessioni di Luigi Ferrajoli assertore di una concezione sostanziale di democrazia e di Gaetano Azzariti che ha parlato della Carta Costituzionale come di una “utopia concreta” che sostituisca ai poteri selvaggi del mercato il primato della persona, dei diritti fondamentali e della dignità sociale.
Ecco perché è giusto opporsi con convinzione alla legge di bilancio per come è stata confezionata dal Governo: le misure proposte su flat tax, extraprofitti, reddito di cittadinanza, welfare sanitario, pensioni, non vanno nel senso del contrasto alle disuguaglianze.

3 – La terza linea di attacco della destra saranno le riforme costituzionali. L’ANPI dovrà pronunciare alcuni NO:

  1. a)  No al Presidenzialismo perché un Presidente della Repubblica eletto diventerebbe un soggetto governante e iperpoliticizzato, cosa pericolosa in una società che giustamente Zagrebelsky definisce come dominata dal “complesso del servo”.
  2. b)  No all’autonomia differenziata perchè va respinto un progetto che assume le disuguaglianze territoriali quale fattore propulsivo e competitivo

4 – La quarta e ultima linea di frattura sarà un atlantismo senza europeismo. Sullo snodo cruciale della pace trovo assolutamente condivisibile la linea adottata dall’ANPI contro l’invio di armi per la soluzione diplomatica del conflitto tra Russia ed Ucraina. Però nell’ambito della geopolitica complessiva occorre sviluppare una maggiore attenzione alla grande questione della “globalizzazione dei diritti”, che è cosa diversa dall’ingerenza umanitaria e dall’esportazione forzosa della democrazia, ma attiene ad un processo di democratizzazione mondiale sul piano dei diritti evitando una falsa equiparazione tra Paesi democratici in cui il potere è contendibile e Paesi autocratici in cui il potere non è contendibile e non è limitato da pesi e contrappesi.

Autonomia e pluralismo

Le condizioni perché la presenza dell’ANPI nella società italiana sia efficace sono sostanzialmente due
1) Il pieno e rigoroso rispetto dell’autonomia dell’ANPI nella determinazione delle proprie scelte politiche
2) La salvaguardia effettuale del pluralismo interno. Per capire come culture politiche diverse possano coesistere ed integrarsi bisogna tornare alle elaborazioni culturali della stagione resistenziale: penso in particolare alla “Democrazia progressiva” di Eugenio Curiel e dei comunisti, alla “Rivoluzione democratica” di Leo Valiani e degli azionisti e alle “Idee ricostruttive della Democrazia Cristiana” di Alcide De Gasperi. Visioni diverse, ma tutte ispirate ad una grande volontà di rinnovamento

LA RIGENERAZIONE DEI PARTITI

Occorre stimolare tutte le forze politiche antifasciste ad una reale rigenerazione senza accedere ad una insana antipolitica: il Partito Democratico è chiamato a districare i nodi identitari e a trasformarsi dal partito della responsabilità e dell’establishment ad un partito di progetto e di insediamento sociale; i 5 Stelle sono tenuti ad estendere la propria presenza territoriale, a migliorare la loro democrazia interna e ad emanciparsi dal populismo; la sinistra radicale deve uscire dal minoritarismo, le forze ambientaliste debbono dotarsi di leadership capaci di intercettare l’ecologismo giovanile e le componenti liberali debbono rinunciare al disegno esiziale di “macronizzare” il quadro politico.

LA GRANDE ALLEANZA DEMOCRATICA E ANTIFASCISTA

Per finire la proposta della Grande Alleanza Democratica e Antifascista: essa è stata parzialmente rimossa immagino in seguito all’autodafè del centrosinistra nei collegi uninominali. Tale proposta – una volta rimodulata e precisata – va ripresentata perché l’unità antifascista fu alla base dell’esperienza resistenziale così come oggi è alla base del nostro radicamento nei valori costituzionali.
Nell’ultimo suo discorso, il 28 febbraio 1978 Aldo Moro disse: “Si tratta di vivere il tempo che ci è stato dato con tutte le sue difficoltà”
Per noi il tempo che ci è stato dato è quello della lotta; come scrive Alfred Tennyson nel suo Ulisse: “Fiaccati dal tempo e dal fato, ma forti nella volontà di combattere, cercare, trovare e di non cedere”.