20 aprile ore 20:30 – Lo sguardo del cinema sulla Resistenza

A Porto Burci in Contrà dei Burci, 27 a Vicenza

Giovedì 20 Aprile 2023, alle ore 20.30
Lo sguardo del CINEMA sulla RESISTENZA

Da “Roma città aperta” a “Una questione privata”,
Come il cinema ha raccontato la Resistenza.

Rassegna cinematografica a cura di ELVIO BISSOLI

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La Rassegna cinematografica è curata da ELVIO BISSOLI
Nonostante la Resistenza, almeno nella sua componente armata, sia stata un fatto numericamente minoritario, geograficamente limitato e temporalmente breve, il cinema italiano ha sempre avuto una forte attrazione per questo momento fondamentale della storia unitaria, molto più di quella esercitata dalla Grande Guerra o dal secondo conflitto mondiale.

Il cinema ha trattato la Resistenza con uno sguardo ben rivolto al presente, come nell’immediato dopoguerra dove l’intento – quasi pedagogico – è stato quello di educare gli italiani alla democrazia dopo vent’anni di dittatura e quattro di guerra. Superato il periodo oscurantista e censorio degli anni cinquanta, negli anni del “miracolo economico” il cinema italiano proponeva di ripensare alla storia d’Italia nel momento che l’euforia dei nuovi consumi e del benessere improvviso inducevano a dimenticare il tragico passato appena vissuto. Anche dagli anni ottanta in poi il cinema ritornava sulla Resistenza, proprio nel periodo in cui prendeva sempre più consistenza e ascolto il “revisionismo strisciante”, il “processo alla Resistenza”, per rispondere alle astiose polemiche  ideologiche, mai sopite, del fronte degli irriducibili detrattori.

Il cinema italiano ha partecipato all’impegno di fare della Resistenza un elemento identitario dellanuova Italia repubblicana e, spesso, si è dimostrato molto più lungimirante della storiografia e della politica che, soprattutto nei primi vent’anni del dopoguerra, ha sempre oscillato tra la repressione delle idee e la misura del grado di ortodossia delle opere prodotte.

Com’è naturale, e giusto, lo sguardo del cinema sulla Resistenza si allargava sempre più con il passare degli anni. La sua veduta diventava più stringente per superare visioni acritiche, eroiche e celebrative del movimento partigiano e affrontare così gli aspetti più complessi e scomodi della Lotta di Liberazione che mantiene tutta la sua grandezza nonostante le diversità, le debolezze, le ingenuità e gli errori.

Nel corso di più di settant’anni, dall’iniziale racconto epico della lotta armata fatto proprio dal cinema neorealista, emergevano sugli schermi nuovi protagonisti nascosti come le donne e i resistenti “disarmati”, aumentavano la capacità analitica e la volontà di raccontare quanto tenuto in disparte negli anni terribili della guerra e del dopoguerra.

A illustrare l’impegno del cinema nel raccontare la Resistenza è stata privilegiata l’analisi e la rappresentazione di singole aree tematiche, quali l’evoluzione della rappresentazione cinematografica della Resistenza nel corso dei settant’anni repubblicani, la Resistenza nascosta delle donne, la scelta immediata e spontanea dopo 8 settembre, la guerra civile.

I film illustrati nella rassegna sono: Roma città aperta (La Resistenza unitaria), Una vita difficile (La censura), Il generale Della Rovere (il ritorno della Resistenza al cinema), I mostri (La memoria perduta), L’uomo che verrà (La Resistenza raccontata negli anni 2000), Due lettere anonime (Il protagonismo femminile), Le quattro giornate di Napoli (Il protagonismo femminile), L’Agnese va a morire (L’orgoglio), El Alamein, la linea del fuoco (la maturazione nelle guerre fasciste), Paisà (La guerra civile e la pietà), La notte di San Lorenzo (La guerra civile), Paisà (La guerra civile e la pietà), La notte di San Lorenzo (La guerra civile)