a cura di Roberto Pellizzaro
(cfr convegno “Lino Zio: educatore, professore, amministratore e partigiano“)
“Niente è meglio che andare a testa alta tra la gente.
Nessuna somma di denaro consente una simile soddisfazione” (Lino Zio)
Lino Zio (1922/2011) è una delle figure più luminose della storia di Vicenza. Persona di tolleranza, umanità ed equilibrio spiccati, prevalevano in lui riservatezza, semplicità e modestia. Sobrio conversatore, dotato di
una chiarezza di pensiero esemplare, sapeva sorridere ed esprimersi con fine ironia.
Dal 1951 al 1980 fu amministratore integerrimo della res-publica, protagonista della democrazia cittadina nelle giunte guidate da Zampieri, Dal Sasso, Sala e Chiesa, prima come consigliere, poi assessore al Personale e ai Servizi Demografici, infine ai Lavori Pubblici.
Diventò consigliere della Cassa di Risparmio. Vicesindaco con Dal Sasso e Sala, non accettò mai il ruolo di primo cittadino.
Padre di cinque figli, fu un insegnante di lettere molto amato e rispettato negli istituti Pigafetta, Rossi, Scamozzi, Muttoni e Quadri. Il padre, ferroviere antifascista (come tutti i ferrovieri di allora), gli trasmise l’avversione al Regime.
Durante la Resistenza fu attivo nella lotta antinazifascista tra le file cattoliche assieme agli amici di una vita: Riccardo Vicari, Igino Fanton, Lorenzo Romanato, Guido Revoloni, Carlo Beltrame, Bortolo Brogliato.
Con loro scriveva s un giornale clandestino La nostra voce (si fa sentire quando può).
Dovett vivere alla macchia fino alla Liberazione perché ricercato.
Partecipò alla migliore stagione (1962/75) dell’Amministrazione Comunale vicentina, quella di Giorgio Sala, con l’amico assessore allo sport Franco Volpato. A loro va attribuita la palma del pragmatismo e della concretezza: Fiera, Zona Industriale, scuole con annesse palestre, Parco Querini, Palazzetto dello Sport, Piano Case Popolari, rete fognaria costituirono il fiore all’occhiello del boom cittadino.
Professore di grande carisma, alla Scamozzi assieme a Volpato e Gianni Bressan, poi preside della Muttoni, formò una bella triade didattica: con loro Michele Crispino, Albano Pegoraro (marito della staffetta partigiana Eleonora Candia), Nerina Noro, la preside Angela Bocchi, Zenone Sinigaglia e Maria Regina Puppi.
Zio era appassionato di sport. Tifoso del Lanerossi, ne fu vicepresidente al tempo di Farina.
Fu presidente dell’Araceli che nel 1972 si fuse con la Pallacanestro Vicenza in crisi, salvando il basket maschile vicentino dalla chiusura.
Roberto Pellizzaro