Relazione del Presidente al 16° Congresso ANPI Provinciale

Perché il nostro Congresso Provinciale a Vicenza?

  • Per la funzione essenziale del Capoluogo negli ambiti più vari della società vicentina, dinamica, attiva e policentrica.
  • Perché la bandiera della Città è insignita di due Medaglie d’Oro al Valor Militare: la prima meritata dai suoi cittadini nel Giugno del 1848 nella lotta per l’indipendenza dal dominio austriaco; la seconda per il contributo generoso offerto da tutti i vicentini, durante la Resistenza e la Guerra di Liberazione, nello scontro con i nazifascisti per la conquista della pace, della libertà, della democrazia e del diritto a costruire un avvenire migliore e più giusto, culminato nei giorni caldi e decisivi del 25 Aprile 1945, dell’insurrezione nazionale e della Liberazione.
  • Per la crescita rigogliosa, negli ultimi due anni, della nostra Associazione in Città e per la formazione di un gruppo dirigente capace di proposte e di iniziative qualificanti.
  • Per il ruolo attuale dell’ANPI provinciale, in grado di instaurare, mantenere e curare rapporti di dialogo, di confronto e di collaborazione a livello delle pubbliche Istituzioni, del mondo culturale e della formazione giovanile (personalità, scuole, Istrevi, rete degli studenti), della realtà associativa (organizzazioni sindacali, associazioni combattentistiche, partigiane e del volontariato civile e sociale), dei partiti e dei movimenti democratici su molteplici temi: pace, sicurezza, accoglienza, solidarietà, legalità. ambiente, sviluppo compatibile.

Il 16° Congresso Nazionale, che ci indica la strada da percorrere “Con i valori della Resistenza e della Costituzione verso un futuro democratico e antifascista”, riveste per l’Associazione un’importanza fondamentale perché é in atto, nella fase che attraversiamo, il passaggio del “testimone” e della direzione dell’ANPI alle generazioni che non hanno vissuto direttamente la Resistenza per ragioni anagrafiche.

È un passaggio iniziato dal gruppo dirigente, con saggezza e lungimiranza, già nel XIV Congresso del 2006, con l’apertura ai giovani; continuato poi attraverso l’attività sviluppata “verso una nuova stagione dell’ANPI” con la Conferenza Nazionale di Organizzazione del 2009 e con il XV Congresso del 2011, in cui si é riaffermata l’identità della nostra Associazione, intesa come protagonista ed erede degli ideali della Resistenza e della Liberazione, espressi nei principi e nei valori della nostra Costituzione, posti a fondamento della società democratica.

In quei due Congressi di svolta l’ANPI ha avviato una grande attività di rafforzamento e di rinnovamento, di investimento verso i giovani, di tutela della memoria dell’antifascismo, del secondo conflitto mondiale, della Guerra di Liberazione e dei risultati acquisiti da tutti i protagonisti della Resistenza (partigiani, civili, internati, deportati, soldati del C.I.L., missioni alleate, partiti del C.L.N.) con il 25 Aprile 1945: il riscatto dell’Italia con la libertà e la democrazia, le conquiste della Repubblica e della Costituzione, la volontà e l’opera di ricostruzione materiale, morale, civile e sociale del nostro Paese. La consapevolezza, inoltre, della promozione di queste conquiste e della loro salvaguardia e attuazione ha portato la nostra Associazione ad assumersi, in piena responsabilità e autonomia, il ruolo forte di “coscienza critica” del mondo politico, istituzionale e culturale.

È bene ribadire brevemente l’essenza della nostra Associazione:

  • l’ANPI non è un partito, anzi l’autonomia da qualsiasi indirizzo partitico ed ideologico è lacondizione indispensabile della sua unità e del suo pluralismo;
  • nella sua azione quotidiana l’ANPI persegue il metodo democratico e la tutela della legalità,respingendo e contrastando ogni forma di violenza; la violazione delle leggi, infatti, è sempre stata l’arma dei nemici della libertà e della democrazia;
  • il metodo democratico e la legalità, inoltre, sono in stretto rapporto con la Costituzione della Repubblica e i suoi principi fondamentali, a garanzia di tutti i cittadini al di là del loro credo politico e religioso, dell’etnia, dell’indirizzo culturale e di costume e del censo;
  • la nostra Associazione cura il rapporto con tutte le Istituzioni della Repubblica, le rispetta e valorizza a prescindere dalle maggioranze politiche e amministrative che temporaneamente le governano, e ricerca anche forme di collaborazione per realizzare le finalità sociali previste dall’articolo 2 dello statuto; sottolinea poi il dovere imprescindibile di operare nel rispetto dei valori, dei principi e delle norme sancite dalla Costituzione e dall’ordinamento dello Stato.

Da dieci anni l’ANPI ha registrato una considerevole crescita. Oggi, a livello nazionale, conta oltre 120.000 iscritti; le strutture territoriali provinciali sono presenti in tutta l’Italia (n.110), così come le Sezioni (circa 3000). In questi anni ha goduto di autorevolezza e credibilità, sia tra i cittadini sia nelle Istituzioni.

Anche nella nostra Provincia é avvenuto, con il lavoro volontario, attento e costante dei gruppi dirigenti, un importante processo di incremento in qualità e quantità, in rapporto al calo purtroppo inevitabile, per cause naturali, della generazione della Resistenza. Negli ultimi 5 anni sono mancati ben 9 partigiani che facevano parte del Comitato Provinciale. Nel 2005 l’ANPI provinciale contava su 1235 iscritti; nel 2010 le adesioni sono state 1452; nel 2015, gli iscritti risultano 1671 (1626 tessere ordinarie, 37 tessere ad honorem, 8 “Amici” dell’ANPI). Le nostre Sezioni sono 26; i Nuclei (piccole realtà) erano 2 ed ora sono ridotti ad uno. In compenso da quest’anno si aggiunge una nuova sezione, quella di Camisano Vicentino.

Le manifestazioni nelle diverse località della Provincia sono passate da 32 a 38; la crescita é dovuta ad una maggiore coscienza della propria storia, maturata nelle Comunità. Nel corso di questi anni tutte le Sezioni attive e tutte le Zone hanno moltiplicato le loro iniziative e si sono distinte con incontri nelle Scuole a tutti i livelli, con spettacoli cinematografici, teatrali e musicali, con conferenze pubbliche sulla storia e sull’attualità, con mostre (alcune acquisite altre elaborate), con pubblicazioni di libri, di giornali, di calendari, con produzione di sussidi mediatici di varia natura, con assegnazione di premi e borse di studio, con la programmazione di viaggi della memoria, con l’inaugurazione e il ripristino di lapidi e di monumenti e il recupero alla pubblica fruizione di sentieri, di rifugi e di località della Resistenza, con l’ organizzazione di convegni e di studi sulla Lotta della Liberazione e sulla riforma della Costituzione.

L’ANPI vicentina dimostra una grande vitalità; il suo prestigio si é accresciuto; il percorso é stato graduale e positivo.

Ora il 16° Congresso ci sprona ad “assicurare la continuità, nel senso che il futuro va affrontato tenendo ben ferme le nostre radici e facendo ad esse costante riferimento”. Ancora una volta l’Associazione é chiamata ad una funzione di memoria attiva: ricordo degli eventi e dei caduti, unito ad una riflessione pacata e serena sul passato, con l’informazione adeguata e la diffusione della conoscenza. Ed é chiamata a discutere e a prendere posizione su questioni primarie della vita politica e democratica:

  • la pace nel Mondo: è in grave pericolo, anche per le dissennate operazioni di destabilizzazione operate periodicamente nel corso degli anni in Iraq, in Siria, in Libia e in altre realtà; è necessario per il nostro Paese non facilitare tali operazioni, bensì agire nel rispetto rigoroso dell’art. 11 della Costituzione (ripudio della guerra e limitazioni di sovranità per un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni);
  • la crisi economica internazionale: ha prodotto enormi disuguaglianze fra i popoli e all’interno dei singoli Paesi; ha messo in discussione diritti acquisiti e forme di democrazia in atto; ha creato con l’uso del liberismo senza freni, sacche di disoccupazione, di povertà e di miseria; fondamentale è invece l’impegno internazionale per lo sviluppo e la crescita sostenibile, per la regolamentazione dei mercati, per un’equa distribuzione delle risorse naturali, per il rispetto di tutti i popoli e di tutti i Paesi;
  • i fondamentalismi e il terrorismo: sono il frutto di posizioni radicali ed intolleranti ma soprattutto sono causati dallo sfruttamento mirato delle risorse naturali, energetiche e dei beni comuni, nonché dalla ricerca di interessi particolari, spesso inconfessabili, e dall’opera di conquista e di destabilizzazione messa in atto; “la via della pace e della lotta contro la violenza ed i soprusi è ardua, ma è l’unica che possa produrre qualche risultato concreto”; in questo caso la politica deve intervenire a livello mondiale restituendo all’ONU la sua funzione;
  • le migrazioni dei popoli per la guerra e per la fame: stanno assumendo proporzioni bibliche in un Mondo sempre più dissestato ed ingiusto; la risposta si deve trovare innanzitutto nella rimozione delle cause (guerre, sfruttamenti, fame, ingiustizie) e, nel nostro Continente, nel “governo europeo del fenomeno migratorio” volto ad accordi solidali dell’insieme dei Paesi europei; la soluzione sta nell’accoglienza ordinata, nella solidarietà, nell’accettazione delle diversità; in caso contrario risulteranno vincenti le chiusure, gli egoismi, i razzismi, le spinte autoritarie che si stanno manifestando in alcuni Stati dell’Europa centrale, l’antipolitica;
  • il ruolo dell’Europa: va ripresa la strada indicata dai fondatori per la costruzione dell’Europa unita e democratica che in questa fase diventa essenziale e decisiva; necessità un salto di qualità della politica per garantire l’unità dei popoli europei in un unico governo espresso dal parlamento dell’Europa con norme chiare sullo sviluppo, sui diritti e sui doveri, sulla vita democratica, sullo stato sociale, sulla formazione e sulla cultura; sul regime fiscale, su ogni aspetto della vita civile; la funzione di questa Europa diventa fondamentale anche per gli equilibri mondiali;
  • i disvalori: nel nostro Paese oltre vent’anni di “transizione” dalla caduta dei partiti di massa e popolari ad altre forme di organizzazione politica ( partiti lideristici e personali, movimenti, comitati elettorali, ed altro), hanno prodotto disorientamenti, distacco dalle istituzioni, esempi deleteri di comportamenti individuali e di gruppo, scandali, reazioni contro la politica in cui si sono inserite forze che perseguono vie “salvifiche” e autoritarie; il “populismo” è la scorciatoia di chi vuole imporre le proprie scelte in nome del popolo; al di fuori della Costituzione della Repubblica e dei suoi valori non c’è soluzione; in questa direzione si muove l’ANPI per la tutela della democrazia e per l’attuazione dei principi costituzionali;
  • la destra e i richiami al razzismo e alla xenofobia: in questi anni di crisi economica, sociale e morale, si sono moltiplicati i gruppi che si richiamano a disvalori e a programmi superati dalla storia (autoritarismo, razzismo, xenofobia, intolleranza, primato di una civiltà sulle altre, purezza e salvaguardia delle tradizioni, rifiuto delle diversità); questi gruppi trovano purtroppo terreno fertile anche tra i giovani perché offrono motivi di coesione e modelli falsi di identità; l’ANPI riafferma invece il carattere identitario della Costituzione, che riconosce a tutti la dignità del lavoro (artt. 1 e 4), i diritti inviolabili dell’uomo e i suoi doveri (art.2), la pari dignità sociale e l’uguaglianza (art.3), la tutela delle minoranze (art. 6), la libertà religiosa (art. 8), la tutela dell’ambiente (art.9), l’accoglimento dello straniero al quale sia impedito nel suo Paese l’esercizio delle stesse nostre libertà democratiche (art. 10); autoritarismo, razzismo e xenofobia si superano sul piano culturale e sul piano dell’esempio concreto della solidarietà , come quello offerto da molte pubbliche Istituzioni e Associazioni di volontariato, diffuse e articolate nel territorio; l’ANPI è sempre stata in prima fila – e ancora lo sarà – nel dare risposte tempestive e nel creare schieramenti unitari per contrastare con efficacia questi rigurgiti e le provocazioni della destra neofascista e neonazista;
  • il rispetto della Costituzione e della democrazia nel campo delle riforme: l’ANPI esprime la volontà di un’intransigente difesa della Costituzione e dei suoi valori, in particolare in materia di riforme che incidano sul tessuto costituzionale, sulla struttura dello Stato e sui diritti dei cittadini; la riforma costituzionale del Senato, in via di approvazione, va a detrimento della dignità di un ramo del Parlamento, del suo ruolo di controllo e di garanzia e sposta il processo decisionale a vantaggio dell’Esecutivo, limitando così anche spazi di democrazia, indeboliti dalla legge elettorale in vigore; su questi argomenti l’ANPI nazionale ha assunto una chiara posizione che ci sentiamo di condividere;
  • la degenerazione della politica e la sua inderogabile riforma: l’ANPI da tempo afferma l’urgenza di dare attuazione all’art. 49 della Costituzione che stabilisce il diritto per tutti i cittadini “di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”; questo significa che i partiti devono articolarsi in forme democratiche aperte e trasparenti e che la loro funzione è di perseguire l’interesse generale e non il proprio vantaggio, formando così una classe dirigente all’altezza di tali compiti;
  • altri argomenti importanti sono: i diritti civili (che vanno estesi e non negati); la questione morale (sul piano pubblico e privato, civile e sociale); la questione meridionale (come superamento delle diseguaglianze e dei privilegi); la questione ambientale (è un punto cruciale nel presente e che per il futuro condizionerà tutti gli aspetti della convivenza tra le persone e i popoli).

Sono temi e linee essenziali da affrontare con spirito unitario in questo Congresso, da approfondire e da approvare, seguendo il metodo del confronto democratico, nel rispetto del pluralismo. La linea adottata, poi, diventerà patrimonio e indirizzo per tutti.
Per garantire continuità e sviluppo alla nostra Associazione, inoltre, é indispensabile un’assidua attività di informazione. Essa deve avvenire con l’utilizzo delle nuove tecniche mediatiche ma senza trascurare il contatto quotidiano con i nostri associati e con i nostri dirigenti, diffondendo i nostri giornali e le risoluzioni congressuali e quelle degli organismi dirigenti; preziosa e continua dovrà essere pure l’attività di formazione ideale e storica dei nostri aderenti e dei gruppi designati alla sua direzione.
Allo stesso modo dobbiamo far risaltare il valore dell’opera di tesseramento e di reclutamento di nuovi iscritti, mettendo così alla prova la nostra capacità di contatto, di comunicazione e di persuasione.

Con il robusto volume di iniziative svolte in questi ultimi anni abbiamo gettato le premesse per un ulteriore consolidamento dell’ANPI, a vantaggio delle nuove generazioni, della società democratica e del “bene generale”.
E’ ora maturato il tempo di un nuovo rinnovamento nei gruppi dirigenti per liberare e valorizzare energie e intelligenze che sono emerse con risultati positivi nell’ultimo periodo. Occorrono coraggio e decisione per cogliere il frutto del lavoro fin qui svolto e per assicurare ulteriore sviluppo alla vita della nostra Associazione.

Concludo ringraziando tutti i collaboratori che hanno profuso le loro capacità e le loro energie in modo volontario e gratuito sia nelle Sezioni sia nel Comitato Provinciale. Sono una ricchezza morale che va affermata, riconosciuta, valorizzata e confermata per il futuro come un bene prezioso.

Grazie a tutti.

Mario Faggion