Jertha Caneva “Wilma” (1923-2015)

Jertha CanevaVenerdì 27 marzo 2015 si sono celebrati nel Duomo di Arzignano i funerali della staffetta e partigiana combattente Jertha Caneva “Wilma” alla presenza delle figlie Daniela ed Elena, dei generi, degli amati nipoti, della cara accuditrice Alina e dei fratelli Adriano, Pierluigi e Giuseppe.
Le hanno reso onore le bandiere di tutte le Sezioni ANPI della Valle dell’Agno e della Valle del Chiampo e la bandiera della Brigata Stella, delle Formazioni Garemi. “Wilma” infatti ha militato nel Battaglione Giorgio Veronese, della Brigata Stella, comandato da Luigi Intelvi “Tigre” e da Giuseppe Cavaliere “Amleto”.
Durante la Resistenza Jertha era insegnante elementare ad Altissino, nell’Alta Valle del Chiampo, e ha svolto una funzione preziosa di portaordini e di combattente sotto la guida del comandante “Tigre”. Nei giorni della Liberazione ha corso il pericolo di essere fucilata dai tedeschi, essendo stata presa in ostaggio con altri quindici abitanti di Altissimo (compresi il parroco del luogo e il cappellano) da una forte colonna germanica in ritirata verso Valdagno e Recoaro. A Maglio di Sopra, grazie all’intelligente mediazione dell’interprete Marigo, che agiva agli ordini del comandante partigiano “Malga” – Luigi Zordan, del Battaglione Leo, e dei comandanti della Brigata Stella “Jura” – Armando Pagnotti e “Catone” – Alfredo Rigodanzo, gli ostaggi furono liberati, avendo preso il loro posto cinque giovani partigiani.
Il poeta e musicista insigne Bepi De Marzi ha avuto per “Wilma” espressioni delicate, profonde e toccanti, che hanno suscitato in tutti emozioni, ricordi e pensieri vivi.
La famiglia di Mario Caneva, suo padre, é stata duramente provata dalla guerra e ha dato un notevole contributo alla lotta di Resistenza contro i nazifascisti.
Jertha era sorella di Sergio Caneva, partigiano, intellettuale, psichiatra; arrestato il 22 febbraio I944, riesce ad evadere e viene condannato a 25 anni dal Tribunale Speciale di Parma; riparato a Pavia, Sergio opera in stretto collegamento con l’organizzazione FRAMA (Franceschini-Marchesi); nel dopoguerra, fino alla morte, é impegnato nell’ANPI, con scritti, conferenze e convegni, per dare risalto e valore ai protagonisti della Guerra di Liberazione. La famiglia Caneva, inoltre, ha perduto due figli in guerra: Amleto, classe 192I, soldato, catturato dai tedeschi l’otto settembre 1943 e deportato in Germania; muore nel campo di Franchenfelde il 21/6/1944; e Igino: arrestato ad Arzignano nel novembre 1944, dopo varie peripezie é deportato nel campo di eliminazione di Likenwalden, dove trova la morte il 20 luglio 1945, a causa delle privazioni subite.
Dopo la Liberazione, Jertha riprende la sua attività di maestra ed educa varie generazioni di ragazzi e ragazze all’amore per la libertà e la giustizia e per la storia della Resistenza e della Liberazione.
Una famiglia straordinaria e una donna coraggiosa, tenace e coerente.