Giuseppe Farina “Vittorio” (1921-2015)

Giuseppe FarinaIl 25 marzo 2015, in forma civile, hanno avuto luogo i funerali di Giuseppe Farina, il partigiano “Vittorio” a Milano; c’è stata una grande partecipazione di compagni, di amici, di delegazioni con le bandiere dell’ANPI, stretti intorno alla moglie Maria Aldina; hanno preso la parola per rendergli onore: Mario Faggion per l’ANPI, Gianni Caneva per il partito dei comunisti italiani, Girolamo Trombetta per l’Associazione Marinai e il sindaco della Città di Vicenza dott. Achille Variati.

Giuseppe nasce a Milano il 31 maggio 1921. Abita con i suoi in un quartiere popolare e antifascista della periferia di Milano, Dergano. Dopo le scuole obbligatorie frequenta presso l’Istituto Tecnico Professionale “Santa Marta” i corsi serali per conseguire il diploma di elettrotecnico. Nel dicembre 1936 è assunto dalla Ditta Allocchio-Bacchini con la funzione di taratore e collaudatore di strumenti di misura presso il Laboratorio Esperienze, diretto da tecnici noti a livello europeo. L’industria, di 1.700 dipendenti, produce apparecchi radiofonici, strumenti di misura, oscillografi, elettrocardiografi, apparecchi ricetrasmittenti e alte apparecchiature per la Marina e l’Aeronautica.
Giuseppe viene chiamato alle armi il 13 maggio 1943 e avviato alla Base della Regia Marina di La Spezia, dove è assegnato al Maridepocar, Settore Radio Telegrafisti. Nel luglio 1943, mentre si trova in licenza, è avvicinato da un antifascista militante del suo quartiere, Giovanni Gottardo, che da tempo lo segue; condividendone gli ideali di riscatto sociale delle classi popolari entra nell’organizzazione del “Soccorso rosso”.
L’otto settembre 1943 è alla Base di La Spezia. Il giorno dopo, per ordine dell’Ammiraglio Bergamini, le navi della Squadra Navale di Battaglia sono già fuori dalla rada dirette alla Maddalena e poi a Malta per non cadere nelle mani dei tedeschi. Gli occupanti germanici si muovono all’attacco della Piazzaforte di La Spezia; i marinai della Base si affrettano allora, dopo una strenua ma vana resistenza, a sabotare gli impianti e il restante naviglio.
Comincia così anche per Giuseppe un periodo di rischiosa renitenza, di vita in clandestinità, ricercato, con il pericolo di essere catturato e avviato al campo di concentramento in Germania. Il 17 aprile 1944, essendo la Ditta Allocchio-Bacchini militarizzata perché di grande interesse bellico, dopo avere ottenuto documenti regolari, rientra in fabbrica nel Laboratorio Esperienze. È il tempo in cui Giuseppe diventa “Vittorio” nella Resistenza, di giorno dedito al lavoro e di notte agli attacchi e agli atti di sabotaggio con altri suoi compagni, organizzati in piccoli gruppi. Sul foglio matricolare si legge: “Dal 1o settembre 1944 al 25 aprile 1945 ha operato nella 185.ma Brigata Garibaldi in qualità di comandante di distaccamento”; dirige 35 uomini nella Lotta di Liberazione fra partigiani e patrioti riconosciuti e si guadagna il grado di sottotenente. La sua brigata agisce nella zona di Cesano Maderno, sulla direttrice Milano-Como, che vede tedeschi e fascisti e lo stesso Mussolini in fuga cercare una via di scampo. Il 25 Aprile 1945 con i suoi uomini conquista il Parco Genio Militare e partecipa alla Liberazione di Milano. “Vittorio” ottiene il diploma di medaglia garibaldina e nel 1989 gli viene attribuita la Croce al Merito di Guerra per attività partigiana.
Dopo la Liberazione riprende il suo lavoro presso la fabbrica Allocchio-Bacchini e, in seguito alla chiusura, trova occupazione prima come custode della Federazione milanese del PCI, poi come funzionario. Per le sue capacità viene quindi promosso ispettore del quotidiano l’Unità e responsabile della diffusione nel Triveneto. Arriva nel Vicentino con questa responsabilità e qui si stabilisce con la moglie Maria Aldina, sviluppando anche la sua attività politica. Giuseppe è un uomo colto, tenace, gentile, battagliero, sempre pronto a spendersi per la giustizia e l’uguaglianza, per i diritti dei lavoratori, per i servizi ai cittadini. È presente negli eventi politici, culturali, associativi e patriottici della Città di Vicenza. Così per tutta la sua lunga esistenza.
Componente del Comitato Provinciale dell’ANPI, é stato attivo fino all’ultimo, con interventi propositivi e di sostanza e il suo spirito vivo, arguto e la battuta ironica e misurata. Sabato 21 marzo é mancato alla riunione dell’organismo dirigente e l’abbiamo giustificato. È deceduto il giorno dopo.

Egli ci lascia un grandi esempio di impegno civile e sociale, di dignità e di militanza responsabile, di coerenza e di fedeltà ai valori e agli ideali della Resistenza e della Costituzione.

Lo ricorderemo con rispetto e riconoscenza.