Foza, 5 febbraio 1945

In Contrà Furlani sulla strada per Lazzaretti c’è un monumento di pietre con croce e una lapide con fotografia sulla quale è incisa la seguente iscrizione:

Nella Verde Età
Di Anni 20
Gheller Natale
Cadeva Qui
Dalla Brigata Nera
Vilmente Assassinato
per la causa della patria
la mamma desolata
implora dai buoni una prece
per lui che spera rivedere
nel cielo
n.16-11-1925 m.9-2-1945

Queste commoventi parole ricordano l’assassinio di Gheller Natale, figlio unico di madre vedova (Rosa Gheller), una morte tra le più crudeli ed inaccettabili della lotta di Liberazione. La madre, che aveva presenziato alla sua uccisione, nel dopoguerra, partì per l’America o l’Australia e nessuno la vide più: la sua terra dovette sembrarle ormai invivibile.

Il 5 febbraio 1945 il capitano Casadei, con una squadra di brigatisti neri, partì da Roana per Foza in cerca di partigiani e di armi nascoste. Passarono a colpo sicuro, in base ad una delazione strappata a forza, per le contrade di Totari, Lazzaretti e Furlani, arrestando e bastonando. Natale tentò inutilmente di sfuggire alla caccia calandosi dalla finestra, ma si fece male. Fu tenuto seminudo e bastonato nella neve e costretto a scavare nell’orto di casa in cerca delle armi. Mentre la sua povera madre tutto vedeva, o sentiva, dalla sua abitazione, gli spararono alle gambe e, poi, costretto a trascinarsi in mezzo alla neve, lo colpirono ancora alle gambe e alla schiena. Mentre agonizzava e domandava un po’ d’acqua, Casadei lo finì con un colpo di pistola. Infine caricarono il corpo del giovane su di una slitta e lo portarono come allegro trofeo di guerra, bevendo e schiamazzando, fino ad Asiago, dove alcuni giorni dopo (giovedì 8 febbraio) la salma venne tumulata. La data della sua morte riportata sul monumento non è esatta (da documenti e da testimonianza di Ilario Omizzolo “Foza”

(Ilario Omizzolo, il partigiano “Foza”, scomparso pochi anni fa, è stato il primo sindaco di Foza dopo la liberazione.)