Al via la mobilitazione contro il “premierato”

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Ordine del Giorno
Comitato Provinciale Anpi Vicenza

Vicenza 16 dicembre 2023

Il Comitato Provinciale ANPI di Vicenza,

VISTO

il Ddl costituzionale sull’elezione popolare diretta del Presidente del Consiglio;

VALUTATO che:

  1. l’elezione popolare del Primo ministro non è nel mondo attualmente prevista da nessun ordinamento costituzionale poiché tutte le Costituzioni sono contrarie al conferimento di una legittimazione eccessiva al capo della maggioranza e inoltre nel disegno di legge costituzionale non viene posto un limite alla rieleggibilità del Presidente del Consiglio dei Ministri come avviene in tutti i Paesi in cui il Presidente della Repubblica è eletto dal popolo;
  2. il Presidente della Repubblica perderebbe la prerogativa politica di nominare il Presidente del Consiglio e di sciogliere le Camere rimanendogli esclusivamente un ruolo formale e notarile legato al mero recepimento dell’esito delle elezioni e al conferimento dell’incarico al vincitore delle elezioni il che determinerebbe la perdita di quella funzione di intermediazione politica, di garanzia e di “persuasione e di influenza” (come la definì Meuccio Ruini) assegnatogli dai Padri e dalle Madri costituenti ed esercitata con atti formali ed informali;
  3. essendo il Presidente della Repubblica eletto dal Parlamento e il Presidente del Consiglio dei Ministri eletto dal popolo, si produrrebbe – data la maggiore legittimazione di quest’ultimo – un evidente squilibrio nel rapporto tra le due figure con conseguente condizionamento dell’esercizio dei poteri di garanzia e di controllo di cui è titolare il Presidente della Repubblica;
  4. la costituzionalizzazione del premio di maggioranza costituirebbe una cesura netta rispetto dalla tradizione costituzionale italiana in cui la materia elettorale è disciplinata con legge ordinaria;
  5. il legame tra l’elezione del Presidente del Consiglio e l’elezione del Parlamento con un premio di maggioranza del 55% dei seggi alle liste a lui collegati presenta profili di incostituzionalità per la mancata indicazione di una soglia minima di voti per l’attribuzione del premio (in questo senso si è espressa la Corte Costituzionale giudicando costituzionalmente illegittimo il premio previsto nella legge Calderoli, il c.d. “Porcellum”, per violazione dei principi di rappresentatività e di uguaglianza del voto);
  6. l’elezione congiunta del Presidente del Consiglio e del Parlamento (prevista – ancorchè contemporanea – in tutti i Paesi in cui il Capo dello Stato è eletto direttamente) – sancendo la corrispondenza tra maggioranza parlamentare e la maggioranza che ha eletto il Presidente del Consiglio – determinerebbe una violazione del principio di separazione dei poteri e dell’indipendenza del Parlamento;
  7. la composizione del Parlamento, organo fondamentale nell’architettura costituzionale della Repubblica perché espressivo della sovranità popolare, sarebbe condizionata in misura assolutamente decisiva dal voto dato al Presidente del Consiglio e quindi di fatto sarebbe a questi soggiacente e la libertà dell’elettore sarebbe fortemente limitata in quanto gli sarebbe preclusa la possibilità di esprimere un voto disgiunto tra candidato Presidente del Consiglio e una lista a lui non collegata;
  8. la c.d. “norma antiribaltone” irrigidirebbe il sistema impedendo ogni flessibilità nella soluzione delle crisi di governo e inoltre il secondo premier della legislatura avrebbe più poteri del premier eletto dai cittadini, potendo sciogliere le Camere;

CONSTATATO

che esistono altre innovazioni per modernizzare il nostro sistema politico-istituzionale e per rafforzare contestualmente la governabilità e la rappresentatività: la qualificazione del ruolo del Premier, l’introduzione della sfiducia costruttiva, il rafforzamento della centralità del Parlamento, la riforma della politica previa modifica del sistema elettorale al fine di consentire ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti;

RITENUTO

che per i motivi sopracitati il Ddl costituzionale presentato dal governo alteri in modo potente e inaccettabile l’impianto della democrazia costituzionale italiana, – lungi dall’aumentare il potere di scelta del popolo – dilati in modo abnorme il potere decisionale del Presidente del Consiglio senza prevedere adeguati contrappesi e quindi determini una torsione autoritaria del sistema politico-istituzionale italiano, si imperni su logiche anti-parlamentari, populiste e gerarchiche nel succedersi di brevi periodi di “iperpoliticizzazione” (le campagne elettorali) e lunghi periodi di “spoliticizzazione” (la politica cristallizzata sull’azione del premier per l’intera legislatura);

RICORDATO

l’ordine del giorno del Comitato nazionale ANPI del 17 novembre 2023 in cui si esprime “netta contrarietà al disegno di legge di riforma costituzionale” e si “chiede a tutte le sezioni dell’ANPI di incrementare la mobilitazione insieme con le altre associazioni democratiche e antifasciste”;

APPRESO

che proficui incontri si sono verificati tra l’ANPI, l’Associazione dei Giuristi Democratici e il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale della provincia di Vicenza;

delibera

1 – di dare mandato alle sezioni ANPI della provincia di Vicenza di promuovere e organizzare su base mandamentale e di area territoriale iniziative di sensibilizzazione, informazione e formazione per contrastare il disegno di legge governativo relativo al c.d. “Premierato” anche insieme alle associazioni democratiche e antifasciste locali

2 – di dare mandato alla Segreteria provinciale ANPI di approfondire la collaborazione con l’Associazione dei Giuristi Democratici e il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale al fine di promuovere insieme con altre associazioni adeguate azioni e momenti di contrasto al disegno di legge di riforma costituzionale

Danilo Andriollo,
Franca Dal Maso,
Luigi Poletto