La lettura dell’intervista ad Anna Vescovi lascia stupefatti.
Esprimiamo qui le nostre osservazioni.
- La sig.ra Vescovi parla a “titolo personale”, ma si riferisce a questioni discusse in un contesto al quale lei partecipava come rappresentante dell’Associazione Familiari delle vittime dell’Eccidio. Così, mette in discussione la credibilità ed il rispetto dell’Associazione che rappresenta e la rende interlocutrice non credibile. Decontestualizzare e riportare poche parole estrapolate da un incontro di due ore e mezza vuol dire mistificare, mancare di rispetto nei confronti degli interlocutori e mettere in discussione la possibilità di continuare un confronto che, in questo modo, rischia di rivelarsi inutile. Significa inoltre travisare e demolire ciò che a fatica si è tentato di costruire nelle scorse settimane.
- A noi sembra doveroso richiamare l’attenzione sul fatto che le parole che si usano devono essere chiare per non dare adito ad ambiguità: per questo ribadiamo la necessità di distinguere tra rispetto dei morti, che noi abbiamo, e chiarezza sulle loro responsabilità in vita. La morte rende tutti eguali, ma sono i comportamenti in vita che fanno diverse le persone e costruiscono la memoria nel discorso pubblico. Ciò significa rispettare la storia, comprese le sue contraddizioni, sulle quali noi ci siamo interrogati anche recentemente.
- La sig.ra Vescovi smentisce clamorosamente ciò che si è discusso nell’incontro in Comune, poi riportato nel comunicato stampa pubblicato nel sito comunale, laddove si afferma con chiarezza che il vero elemento di disturbo ad ogni 7 luglio è la presenza neofascista nella città di Schio; agire in questo modo significa essere scarsamente rispettosi nei confronti dei rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni.
- Nell’intervista appare evidente la minimizzazione della presenza neofascista in città, che rappresenta il vero fattore tossico e il vero sfregio per una comunità, quella scledense, intrisa di radicati valori democratici. Ignorare che la destra radicale ha trasformato questo evento – che dovrebbe essere collocato in una dimensione di pacato e rispettoso ripiegamento riflessivo dove si riconosce il reciproco dolore – in un happening identitario tendente a delegittimare la Resistenza e le radici antifasciste della Costituzione repubblicana è drammaticamente deformante, diseducativo ed irresponsabile. Tentare di giustificare la presenza neofascista a Schio per il solo fatto che non si svolgono azioni
violente significa mettere in discussione lo spirito e la lettera della Dichiarazione sui valori della Concordia civica, che noi in tutti questi anni abbiamo rispettato, e di conseguenza la tenuta ed il futuro dello stesso documento. - Il richiamo alle ideologie politiche come elemento distorsivo appare del tutto inappropriato. La sig.ra Vescovi promuove con le sue parole un’operazione culturale inaccettabile: con la strumentale pretesa del rifiuto dell’ideologizzazione politica equipara fascismo e antifascismo, torti e ragioni storiche e asseconda una trasformazione dei sentimenti di pacificazione in una inammissibile parificazione storico-politica.
L’intervista fornisce un contributo negativo ad una situazione già complessa.
Noi, molto più semplicemente, auspichiamo che quella espressa sia davvero un’infelice opinione personale e che le sue affermazioni imprecise e strumentali non abbiano alcun seguito.
Nel rispetto della nostra storia, del nostro lavoro di questi anni e del nostro impegno antifascista, a difesa della Resistenza e delle sue e suoi protagonisti e contro la presenza neofascista a Schio, l’ANPI e l’AVL continueranno a lavorare ed impegnarsi, insieme a tutte e tutti i democratici e antifascisti, per promuovere manifestazioni unitarie, aperte e plurali, per dire con chiarezza NO al fascismo, di ieri, di oggi e di domani.
Vicenza, 29 Giugno 2025
Danilo Andriollo – presidente provinciale ANPI
Francesco Binotto – presidente provinciale AVL
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