Comunicato stampa: “sulle parole di Anna Vescovi”

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La lettura dell’intervista ad Anna Vescovi lascia stupefatti.

Esprimiamo qui le nostre osservazioni.

  1. La sig.ra Vescovi parla a “titolo personale”, ma si riferisce a questioni discusse in un contesto al quale lei partecipava come rappresentante dell’Associazione Familiari delle vittime dell’Eccidio. Così, mette in discussione la credibilità ed il rispetto dell’Associazione che rappresenta e la rende interlocutrice non credibile. Decontestualizzare e riportare poche parole estrapolate da un incontro di due ore e mezza vuol dire mistificare, mancare di rispetto nei confronti degli interlocutori e mettere in discussione la possibilità di continuare un confronto che, in questo modo, rischia di rivelarsi inutile. Significa inoltre travisare e demolire ciò che a fatica si è tentato di costruire nelle scorse settimane.
  2. A noi sembra doveroso richiamare l’attenzione sul fatto che le parole che si usano devono essere chiare per non dare adito ad ambiguità: per questo ribadiamo la necessità di distinguere tra rispetto dei morti, che noi abbiamo, e chiarezza sulle loro responsabilità in vita. La morte rende tutti eguali, ma sono i comportamenti in vita che fanno diverse le persone e costruiscono la memoria nel discorso pubblico. Ciò significa rispettare la storia, comprese le sue contraddizioni, sulle quali noi ci siamo interrogati anche recentemente.
  3. La sig.ra Vescovi smentisce clamorosamente ciò che si è discusso nell’incontro in Comune, poi riportato nel comunicato stampa pubblicato nel sito comunale, laddove si afferma con chiarezza che il vero elemento di disturbo ad ogni 7 luglio è la presenza neofascista nella città di Schio; agire in questo modo significa essere scarsamente rispettosi nei confronti dei rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni.
  4. Nell’intervista appare evidente la minimizzazione della presenza neofascista in città, che rappresenta il vero fattore tossico e il vero sfregio per una comunità, quella scledense, intrisa di radicati valori democratici. Ignorare che la destra radicale ha trasformato questo evento – che dovrebbe essere collocato in una dimensione di pacato e rispettoso ripiegamento riflessivo dove si riconosce il reciproco dolore – in un happening identitario tendente a delegittimare la Resistenza e le radici antifasciste della Costituzione repubblicana è drammaticamente deformante, diseducativo ed irresponsabile. Tentare di giustificare la presenza neofascista a Schio per il solo fatto che non si svolgono azioni
    violente significa mettere in discussione lo spirito e la lettera della Dichiarazione sui valori della Concordia civica, che noi in tutti questi anni abbiamo rispettato, e di conseguenza la tenuta ed il futuro dello stesso documento.
  5. Il richiamo alle ideologie politiche come elemento distorsivo appare del tutto inappropriato. La sig.ra Vescovi promuove con le sue parole un’operazione culturale inaccettabile: con la strumentale pretesa del rifiuto dell’ideologizzazione politica equipara fascismo e antifascismo, torti e ragioni storiche e asseconda una trasformazione dei sentimenti di pacificazione in una inammissibile parificazione storico-politica.

L’intervista fornisce un contributo negativo ad una situazione già complessa.

Noi, molto più semplicemente, auspichiamo che quella espressa sia davvero un’infelice opinione personale e che le sue affermazioni imprecise e strumentali non abbiano alcun seguito.

Nel rispetto della nostra storia, del nostro lavoro di questi anni e del nostro impegno antifascista, a difesa della Resistenza e delle sue e suoi protagonisti e contro la presenza neofascista a Schio, l’ANPI e l’AVL continueranno a lavorare ed impegnarsi, insieme a tutte e tutti i democratici e antifascisti, per promuovere manifestazioni unitarie, aperte e plurali, per dire con chiarezza NO al fascismo, di ieri, di oggi e di domani.

Vicenza, 29 Giugno 2025

Danilo Andriollo – presidente provinciale ANPI
Francesco Binotto – presidente provinciale AVL