
Come riportato in “Storia Vicentina” a cura di Giorgio Marenghi, Pietro nacque da Giuseppe Barbieri, macellaio, e da Amalia Veronese.
I suoi genitori ebbero 9 figli (2 femmine e 7 maschi) di cui:
- 6 partigiani (Giovanni “Giustiziere”, Pietro “Papà Battaglia”, Gino “Danton”, Guerrino “Marat”, Vasco “Fanfulla”, Alberto “Spartaco),
- 1 staffetta (Rosa)
- 1 deportato in Germania (Tarcisio)
Il «caso Barbieri» merita quindi di essere sottolineato perché tutta una numerosa famiglia si trovò coinvolta nel dramma e, dopo 1’8 settembre 1943, fece una scelta univoca: la resistenza contro l’occupazione tedesca e contro il ritorno del fascismo.
Valerio Caroti racconta che:
“Pietro Aveva fatto il muratore in Francia.
Con i pochi risparmi s’era fatto una casetta in Raga Alta: un cubo di pietra del luogo senza intonaco. Aveva moglie, una figlia di sei anni.
Cinque suoi fratelli militavano nelle file della Resistenza.
Lo chiamavano «Papà Piero» per l’età e perché trattava, accoglieva e aiutava i partigiani come fossero dei suoi figli.
Aveva anche perso l’uso di un occhio, e quindi avrebbe potuto rimanere fuori dai giochi. Ma aveva conosciuto la povertà, la sofferenza e la persecuzione e non accettava che le cose potessero continuare così, e poi quei ragazzi fuggiaschi e braccati gli facevano pena.
Aprì la sua casa sepolta nel verde del crinale di Raga subito dopo l’8 settembre. Tutte le formazioni dell’alto vicentino transitarono dalla sua casa almeno una volta, trovandovi ospitalità. Lassù ebbero luogo i maggiori incontri tra i capi della Resistenza Vicentina.
Molte notti egli vegliò il sonno dei suoi “tusi” reduci da un’azione di guerra o da una lunga scarpinata.
Lassù convergevano le staffette da ogni luogo della provincia. Pietro Barbieri e la sua casa erano una fiamma che splendeva e rincuorava tanto da sembrare inestinguibile.
In un oscuro e piovoso mattino di fine ottobre del 1944, quando i partigiani da oltre una settimana più non sostavano nei dintorni, vennero i nazisti e circondarono la casa.
Sparò Pietro Barbieri, sparò a lungo ma non poteva durare, tanto più che dentro la casa c’erano sua moglie, la figliola e una nipotina. Allora Pietro Barbieri da una finestra del piano superiore della casa si lanciò nel vuoto sparando con il mitra e cadde riverso segato da decine di raffiche.
Lo scompiglio dell’improvviso avvenimento consentì la fuga della donna e delle due bambine.
La sua salma fu raccolta poche ore dopo dai suoi “tusi” e avvolta in un drappo tricolore in una bara improvvisata.
La terra di un vallone di Raga prese in consegna le spoglie di Pietro Barbieri fino alla vittoria dell’aprile del ‘45».
E fu così quindi che il 28 ottobre 1944, Pietro Barbieri “Papà Battaglia”, classe 1905, costruttore della Resistenza scledense nella direttrice Magrè/Monte Magrè/Civillina, a Raga Alta di Schio si lanciò da una finestra sparando per salvare la moglie e due bimbe.
E’ stato insignito di Medaglia d’Argento alla Memoria
RAGA ALTA
2 novembre 1977
Quàssemo in costiera.
Là soto: Siberia!
tera roversa
da brosema, muscio:
presepi de tempi lontani…
Vao vanti, spantéso
me fermo, me volto:
là in fondo,
in mexo ale cassie:
Magrè.
Ancora su, in alto:
le tenpie sconbate;
davanti ‘sta casa de piera, rifata,
xe meio fermarse:
scoltarse el silensio …
sentirse el profondo, potente respiro
che vien dala tera
che sa da Calvario
traverso ’l Martirio …
Gianmaria Grandesso
Articoli collegati:
- 26 ottobre 2025, Raga Alta di Schio: Ricordo di Pietro Barbieri e dei Partigiani caduti 20 Ottobre 2025
- Barbieri Guerrino “Marat” (1919-2009) 31 Marzo 2025
- Manfron Gino "Ivan" (1922-2010) 31 Marzo 2025
