Il problema del confine orientale italiano nel novecento

L’idea di Stato–nazione

È necessario osservare che fino allora queste regioni appartenevano a Stati che non avevano carattere etnico: la Repubblica di San Marco, l’Impero asburgico, quello napoleonico e pure quello ottomano non sognavano nemmeno di imporre una lingua e una religione nazionali; ciascun popolo seguiva i propri costumi e il sovrano garantiva queste libertà in cambio della formale sottomissione e dei tributi. Ma nell’Ottocento prese forza l’idea che il potere di uno Stato sarebbe diventato maggiore con l’uniformità linguistica, religiosa e culturale, cioè con uno Stato–nazione, sull’esempio di Francia e Inghilterra.

Agli inizi del Novecento l’ideologia nazionalista dominava in tutta Europa, e nei Balcani in particolare i movimenti irredentistici slavi ed italiani costituivano una spina nel fianco per l’Impero plurinazionale austro-ungarico. Proprio in questi luoghi scoppiò, in seguito all’attentato di Sarajevo, la Prima guerra mondiale. Alleati contro l’Austria-Ungheria, i nazionalisti slavi e italiani venivano a conflitto con le loro rivendicazioni.

Gli slavi avanzavano richieste che, oltre a Trieste e Gorizia, arrivavano al Tagliamento, per comprendere la “Slavia veneta”, cioè le zone abitate dalla minoranza slovena del Friuli (trentamila persone); mentre gli italiani rivendicavano anche la Dalmazia, dove secondo il censimento austriaco del 1910 sessantamila italiani convivevano con seicentomila slavi.

Non mancavano comunque i politici ragionevoli: ancora nel 1914 il ministro degli esteri italiano, Antonino di San Giuliano, rivendicava all’Italia Trieste e l’Istria, ma dichiarava che “… occorreranno speciali stipulazioni a garanzia dell’elemento italiano di Fiume, di Zara e di altre città dalmate”: quindi non riteneva opportuno annettere il Quarnaro e la Dalmazia all’Italia.

Nello stesso periodo il croato Frano Sapilo, uno dei principali sostenitori dell’idea jugoslava, scriveva: “… l’Istria occidentale, specialmente le città, è italiana; la parte orientale è slava. Non si può tagliare così che tutti restino da una parte o dall’altra; ci sono e ci saranno delle oasi italiane e slave …”. Purtroppo prevalsero i nazionalismi estremi, e da qui si svilupparono le tragiche vicende novecentesche.

La regione istro–dalmata prima degli Stati nazionali 

Italiani, Sloveni e Croati fra Triplice Alleanza e Fascismo