Liberazione, manifesti del Duce e condanne

Da Il Giornale di Vicenza del 26 aprile 2016.

La provocazione del 25 Aprile è stata servita a colazione ai tanti che ieri mattina si sono ritrovati in centro per partecipare alla cerimonia in ricordo della Liberazione. Decine di manifesti con il ritratto di Benito Mussolini sono stati affissi nella notte lungo le vie e le piazze cittadine particolarmente frequentate nella giornata di festa. Un atto che ha scatenato indignazione nella sinistra cittadina e su cui ora indaga la polizia locale, subito incaricata dal sindaco di togliere immediatamente i manifesti. Il tutto mentre si svolgerva la cerimonia della Liberazione, presenti un migliaio di persone che in corteo sono sfilate da piazza Statuto sino al sacrario militare di Ss. Trinità.

LA PROVOCAZIONE. I fogli di stampo fascista sono comparsi soprattutto in centro, ma anche a Magrè e Santorso. Troppi, vien da pensare, per un solo nostalgico insonne: dietro al gesto potrebbe quindi esserci un gruppo organizzato. Oltre all’effige del Duce, sui manifesti era riportato un suo pensiero: «Quando io non sarò più, gli storici si chiederanno come un uomo abbia potuto trascinarsi dietro per vent’anni un popolo come l’italiano. Basterebbe questo capolavoro per non essere seppellito nell’oblio».

LA CONDANNA. Sono stati alcuni partecipanti al corteo di ieri mattina a segnalare l’episodio e a stracciare i manifesti sul tracciato che andava da piazza dello Statuto fino al sacrario di Ss. Trinità. Sdegno per l’affronto è arrivato dalle forze di sinistra e dall’Anpi. «Una nota nera su questa giornata – ha denunciato il presidente dell’associazione partigiana di Schio e Valleogra, Antonio Angelina, durante l’orazione ufficiale – Rappresenta l’intolleranza, l’ignoranza, la vergogna d’Italia». Alla condanna di Angelina si unisce quella del presidente provinciale Danilo Andriollo: «Nostalgici e provocatori saranno nuovamente sconfitti e i loro epigoni non potranno riportare indietro le lancette della storia».

LE REAZIONI. Il sindaco di Schio Valter Orsi, presente in piazza, non appena informato ha provveduto a mobilitare la polizia locale per far toglire subito i fogli affissi. «Non vedo cosa ci sia di male – commenta invece Alex Cioni, esponente locale della destra sociale – Se si celebra il 25 Aprile in modo fazioso si può aspettarsi provocazioni come questa». «Premesso che per noi veneti questo è prima di tutto il di San Marco, lo considero un gesto inutile e fuori dal tempo» condanna invece il segretario cittadino della Lega Mario Pegoraro.

BANDIERE ROSSE. La cerimonia al sacrario di Ss. Trinità è stata molto partecipata. Non si è concretizzato il sospetto della vigilia che le bandiere rosse non sarebbero state gradite, contrariamente al passato, all’interno del chiostro in virtù di un regolamento che vieta l’ingresso nei cimiteri di guerra dei simboli di partito. I vessilli scarlatti hanno sventolato quindi con tutti i labari e i gagliardetti delle associazioni combattentistiche e d’arma schierate davanti all’altare. Nell’orazione ufficiale il vicesindaco di Torrebelvicino Leone Battilotti ha ricordato, oltre a partigiani e morti civili, anche «chi combattè dall’altra parte, sconfitta e debellata dalla storia».