Giovanni De Rossi “Gek 2°” (1924-2013)

Giovanni De RossiIl 27 dicembre 2013 é deceduto a Schio il compagno partigiano Giovanni De Rossi “Gek 2°”. In marzo aveva compiuto 90 anni. Giovanni appartiene ad una singolare famiglia di combattenti garibaldini; il fratello maggiore Luciano, “Gek 1°”, fa parte della pattuglia di “Marte” (Giovanni Garbin) che ai primi di gennaio 1944 è inviata a Malga Campetto di Recoaro e contribuisce a fondare, sotto il comando di “Giani” e di “Germano” il nucleo originario delle Formazioni Garemi; il fratello minore Gino, “Gek 3°”, entra anche lui ben presto nella Resistenza e agisce nelle formazioni della Valle dell’Agno (Brigata Stella) e nella Val Leogra (Brigata Martiri Val Leogra).

Chi vuole conoscere le vicende partigiane dei tre fratelli deve consultare “I Quaderni della Resistenza di Schio” 1-15, 1977‐1982, a cura del Gruppo dei Cinque.

Di Giovanni “Gek 2°” si deve dire che é stato un capopattuglia intelligente, deciso e valoroso e ha agito in Valle dell’Agno, in Valle del Chiampo, in Val Leogra, in Val Posina, in Val Terragnolo e poi ancora nella zona di Schio fino alla Liberazione.

Al suo funerale, che si é svolto il 30 dicembre 2013 alla presenza di tanti amici e compagni e di molte bandiere delle Sezioni ANPI della Valle dell’Agno e della Val Leogra e delle bandiere delle Formazioni Garemi (Brigata Stella, Brigata Martiri Val Leogra, Brigata Pasubiana), Guido Bortoloso, segretario della Sezione di Magré, lo ha salutato con queste parole:

«Siamo venuti a portare l’ultimo saluto dell’ANPI ad un caro amico e compagno, Giovanni De Rossi “Gek 2°”, partigiano della Brigata Martiri Val Leogra, delle Formazioni Garemi. Della classe 1923, l’otto settembre I943, giorno dell’armistizio con gli Alleati angloamericani, Giovanni si trova in ospedale a Gorizia.

Rientrato a Schio con un permesso, sale subito in Raga e aderisce e si dedica alla costruzione del movimento partigiano.
E’ inviato nel febbraio 1944 a Malga Campetto di Recoaro; sui monti dell’Alta Valle dell’Agno e del Chiampo rimane fino alla fine di luglio 1944; partecipa a varie azioni partigiane collaborando con “Pino” e con “Dante”.

Nel mese di agosto si trova in Posina e riesce a mettersi in salvo sul Maietto durante il massiccio rastrellamento che ha investito dal 12 al 14 agosto Posina e i Campiluzzi; poi lo troviamo alle Piane di Schio,agli ordini del comandante “Giulio”.

Il 31 dicembre sfugge ad un agguato fascista e trova rifugio a Santorso presso la famiglia di Angelo Costa, che lo nasconde in un bunker. Guarito da una malattia che l’ha tenuto fermo per qualche tempo, in primavera partecipa al sabotaggio del ponte sul Timonchio e alla Liberazione di Schio.

Giovanni “Gek 2°” appartiene alla generazione degli uomini e delle donne della Resistenza e della Liberazione (dell’Italia dall’occupazione tedesca e dalla dittatura fascista), generazione che ha conquistato per tutti la libertà, la pace, la democrazia, la Repubblica e che ha elaborato e approvato la Costituzione.

Per tutta la sua lunga esistenza iscritto all’ANPI, presente alle manifestazioni della Resistenza e alle iniziative culturali, Giovanni é stato un uomo e un cittadino coerente, equilibrato, esemplare.