Bisogna cambiare registro

Da “Il Patriota” N.6 – Giugno 2021

Il Comitato Nazionale ANPI, nel corso della sua riunione del 15 maggio scorso, ha licenziato il documento congressuale, una cui sintesi sarà pubblicata in un prossimo numero de “il Patriota” on line.

Un documento denso, ricco di contenuti, scritto con cura, che analizza la situazione sociale, politica, associativa e fornisce utili indicazioni su come uscire dalla grave situazione di crisi nella quale ci troviamo, appesantita dal diffondersi del Covid-19.

Quando è scoppiata la pandemia, in molti si sono sperticati ad affermare che non potremo uscire dal presente così come vi siamo entrati. Con buona volontà e desiderio di veder passare questo periodo, ci si era spinti a sostenere che “andrà tutto bene” e “ne usciremo migliori”.

Troppi osservatori e commentatori hanno preferito rimuovere il fatto che è in crisi un sistema, quello capitalistico, in particolare nella sua “fase estrema” neoliberista, e che solo mettendolo in discussione dalle fondamenta sarà possibile vedere un futuro più libero e giusto, condizione imprescindibile per assicurare un avvenire dignitoso all’umanità. La realtà dimostra che non c’è volontà di cambiare registro, a prevalere sono ancora gli egoismi nazionali o di aree politico-geografiche , che stanno avendo la meglio, anche in questo periodo, nelle scelte del nord del mondo rispetto al sud relativamente alla distribuzione dei vaccini.

La crisi sanitaria, che ha scosso le precedenti sicurezze già provate dalla crisi del 2008, pur con una prima reazione positiva dell’Europa, non ha scalfito le certezze dei sacerdoti del mercato, che vogliono ora utilizzare le risorse a disposizione per fare le cose di sempre,

consegnandole a chi, anche in questa crisi, ha guadagnato, colpendo coloro che ne hanno subito le conseguenze, con un peggioramento delle proprie condizioni di vita e di lavoro. Nel nostro Paese, con la ripresa della produzione sono aumentate le morti sul lavoro e l’Istat comunica che l’Italia ha un milione di poveri assoluti in più nel primo anno della pandemia; da 4,6 milioni nel 2019 a oltre 5,6 nel 2020. Le famiglie in povertà sono oltre due milioni. Situazione in contrasto con la Costituzione e i diritti sociali che lì sono sanciti. E la destra, di governo e di opposizione, non vuol sentir parlare di giustizia fiscale, progressività delle imposte e patrimoniale.

Non spetta all’ANPI fornire risposte dettagliate ai grandi problemi economici e sociali, ma fornire letture della realtà e indicare percorsi da seguire sì: è questo ciò che fa il documento congressuale. Avendo come guida, nell’analizzare la situazione e nell’indicare possibili vie di uscita, la Costituzione, repubblicana e antifascista, ed i suoi contenuti, esplicitati nei principi fondamentali e nei primi 54 articoli, che rappresentano un programma di lavoro perenne.

La nostra Associazione dichiara esplicitamente che “non era, non è e non sarà mai un partito, né può essere oggetto di alcuna speculazione partitica, perché la sua forza morale, ideale e pratica deriva dalla sua natura di “associazione che unisce”, che non è portatrice di una ideologia specifica, che è di parte sì, ma della parte della Costituzione. Questo non vuol dire rifiutare i partiti o diffidarne pregiudizialmente; vuol dire invece avere a mente i diversi ruoli delle comunità organizzate che strutturano e danno anima al funzionamento della democrazia italiana”.

L’ANPI individua la necessità di aprire una nuova fase della lotta democratica e antifascista e con il documento congressuale propone di avviare una fase di partecipazione democratica straordinaria, che porti ad “una grande alleanza per la persona, il lavoro, la società”, rivolta a “l’associazionismo, il volontariato laico e di ispirazione religiosa, il mondo delle culture, dell’informazione, della scienza, del lavoro in generale, delle istituzioni e delle forze democratiche, oltre che – e in primo luogo – con le altre associazioni resistenziali”.

A livello nazionale, le associazioni partigiane, di ex deportati e internati e prigionieri politici hanno dato vita, il 2 giugno, al “Forum delle associazioni antifasciste e della Resistenza”, che ha tra i suoi principali obiettivi affermare e rilanciare i valori della Resistenza; diffondere la conoscenza della recente storia italiana; difendere la Costituzione e la democrazia rappresentativa; affermare i diritti umani e combattere ogni forma di razzismo e discriminazione.

Si punta cioè ad un lavoro unitario, per tenere insieme tutte le forze che dimostrano sensibilità verso la Costituzione e ne chiedono l’applicazione, al fine di respingere l’attacco alle fondamenta democratiche della Repubblica, portato avanti dalla destra politica che non ha mai fatto, e non vuole fare, i conti con il proprio passato, quello fascista in particolare, che viene riverberato nel presente.

Molti sono i segnali di pericolo che la cronaca ci mette di fronte: dal sostegno alle politiche liberiste e confindustriali al contrasto ai diritti civili; dal rilancio di xenofobia, razzismo, nazionalismo all’attacco all’indipendenza degli organi istituzionali, a partire dalla magistratura, al tentativo di equiparare foibe e shoah.

Il documento nazionale, nelle prossime settimane sarà discusso dai gruppi dirigenti provinciali, da iscritte e iscritti e, successivamente, sarà portato al confronto, anche al nostro livello, con il mondo associativo presente nella nostra realtà, e questo sarà il compito che noi dovremo svolgere.

La fase pre-congressuale ha già visto un primo incontro di carattere regionale il 14 giugno, su piattaforma Zoom; seguirà una riunione con i gruppi dirigenti provinciali di Verona e Vicenza il 12 luglio, con la stessa modalità. Parteciperà un rappresentante del Comitato nazionale. Tra queste due date è prevista una riunione del nostro Comitato provinciale, finalmente “in presenza”.

L’attività pre-congressuale, pur molto intensa, non limiterà il nostro lavoro di cura e trasmissione della memoria, puntando a farla vivere come “memoria attiva”, intesa come “capacità di trasferire tale eredità nell’azione civile e sociale, politica nell’accezione più larga ed alta della parola, in modo che essa non si limiti alla custodia del passato, ma diventi stella polare del presente e forza propulsiva per il futuro”.

Continueranno le nostra celebrazioni e commemorazioni in ricordo della lotta partigiana e dei morti della Resistenza e il lavoro di contrasto a neofascismo e neofascisti. Saremo come sempre presenti nelle città nelle quali i fascisti pretendono di sfilare, a partire da Schio, in occasione dell’anniversario dell’Eccidio.

Ci batteremo contro i tentativi di riscrivere la storia o negarne le vicende che chiamano in causa il passato dell’Italia. Nella nostra provincia non mancano episodi sui quali abbiamo dovuto far sentire la nostra voce: dalla rimozione della clausola antifascista nel capoluogo alle vie dedicate a fascisti; dalla strumentalizzazione sulle foibe alla negazione della cittadinanza onoraria a Liliana Segre.

Continuiamo quindi con il nostro impegno e lavoriamo perché il Congresso rappresenti un’opportunità per far conoscere ancor più e meglio l’ANPI e farla apprezzare dalla società vicentina.

Impegniamoci nei prossimi, cruciali, mesi, orgogliosi della nostra attività di trasmissione dei valori e ideali di partigiane e partigiani, consapevoli della delicatezza del nostro compito e della responsabilità alla quale siamo chiamati nel rappresentare coloro che hanno combattuto per consegnarci un Paese che, quando vuole, sa lottare e riscattarsi, come già avvenuto nel corso della nostra storia.

Danilo Andriollo
Presidente ANPI provinciale