Ampelio Lampioni (1930 – 2013)

AmpelioLampioniIl 6 giugno 2013 nella chiesa di Lion di Albignasego, l’ANPI vicentina e padovana e tanti amici si sono stretti intorno ai figli Emanuela e Ivano, ai fratelli Ubaldo e Milena, ai nipoti e ai parenti , esprimendo cordoglio e solidarietà per la morte di Ampelio Lampioni.
Dall’Alto Vicentino sono scesi amici e compagni con la bandiera della formazione garibaldina “Stella”, guidata nella Resistenza dal commissario politico Clemente Lampioni “Pino”, padre di Ampelio e di Ubaldo e Milena, e dal comandante Luigi Pierobon “Dante”.
“Pino” e “Dante”, caduti in mano nazifascista, hanno trovato la morte lo stesso giorno, il 17 agosto 1944, a Padova, il primo impiccato in via Santa Lucia con il dott. Flavio Busonera ed Ettore Calderoni, il secondo fucilato nella caserma di Chiesanuova insieme al valdagnese Saturno Bandini “Falco” e ad altri cinque partigiani.
Il nome di “Pino” ricorre nei libri di storia della Resistenza vicentina e veneta; così è per la figura di “Dante”: il Comando Garemi ha dedicato al suo nome la Brigata Pino, valorosa formazione di combattenti per la libertà e la giustizia sull’Altopiano dei Sette Comuni; a Luigi Pierobon è stata intitolata la brigata garibaldina che ha operato nella Lessinia Veronese con al centro Bosco Chiesanuova.

Egidio Meneghetti, magnifico rettore del Bo e presidente del Cln regionale veneto, nel primo anniversario della morte di “Pino”, così lo ricordava: «E anche deve essere detto di Lampioni che, impassibile e severo, diceva agli esecutori: “Non siamo noi i colpevoli di fronte a voi, ma voi di fronte a noi”. Ho fatto questo nome proprio per osare un giudizio definitivo (…) E oso affermare, senza tema di errore, che il medico Busonera, esperto di debolezze fisiche e morali, morto affermando il suo amore per l’ umana fratellanza; che il giovane Pierobon, il quale s’avvicinava alla morte perdonando e abbracciando, se fossero qui ci direbbero che tutti i compagni di sacrificio sono fratelli; e in nome appunto di Busonera e Pierobon, credo di poter chiamare fratello nostro, compiutamente, anche Lampioni».

A Padova il ruolo di Clemente Lampioni “Pino” nella Resistenza (commissario politico accorto, prestigioso, equilibrato e stimato della Brigata Stella e costruttore della Resistenza nelle Valli dell’Agno, del Chiampo e nell’Alta Val Leogra) non era però ricordato. Così, collaborando con i dirigenti delle Sezioni ANPI della Valle dell’Agno e con i partigiani della “Stella”, per tutta la sua esistenza Ampelio (insieme a Ubaldo e a Milena) ha dedicato impegno ed energie nel far conoscere la personalità e il valore del padre nell’ambiente cittadino, universitario e istituzionale di Padova.

I figli di “Pino” hanno agito da autentici combattenti per la verità storica, familiare ed umana. Hanno trovato un valido appoggio nell’ambiente di Cadoneghe da parte del compianto sindaco Adriano Baldin e dell’infaticabile Silvio Cecchinato. Hanno potuto giovarsi anche del libro “Figure della Resistenza vicentina”, uscito nel 1997, nel quale è pubblicato un nutrito capitolo su Clemente Lampioni “Pino”.

Ampelio con tenacia, pazienza, intelligenza e dedizione ha consegnato il testo alle Istituzioni padovane, alle Associazioni, alle personalità della cultura e dell’insegnamento e agli oratori. Finalmente, per l’amore di Ampelio, Ubaldo e Milena, “Pino” è stato conosciuto, apprezzato e stimato anche nella sua provincia di origine. Finché l’ha retto la salute Ampelio è stato presente con Ubaldo alle manifestazioni di Malga Campetto, di Selva di Trissino, di Piana di Valdagno, di Malga Zonta. Incontrando e parlando con alcuni partigiani di “Pino”, che hanno lottato e sofferto con lui nella Resistenza, i figli hanno “riscoperto” la figura del padre, il suo valore, i suoi ideali di giustizia, la sua grandezza morale.